Controllo della Varroa in apicoltura

«Se tutta l’umanità scomparisse, il mondo tornerebbe al profondo stato di equilibrio che esisteva diecimila anni fa. Se gli insetti scomparissero, l’ambiente crollerebbe nel caos.»
Edward O. Wilson, biologo

Prosegue l’attività di Funky GAL 2, il primo sportello del biologico nel viaggio alla scoperta del mondo dell’apicoltura.

Gli insetti sono animali molto importanti. La loro presenza sta venendo meno, con particolare velocità in quelle zone in cui l’agricoltura risulta essere maggiormente industrializzata.
Soprattutto gli insetti impollinatori hanno un ruolo chiave per la tutela della biodiversità e per l’agricoltura stessa. Sono infatti parte integrante del nostro sistema alimentare, in quanto impollinano le piante coltivate che, a loro volta, diventano cibo per noi.

Photo by Trollinho on Unsplash

Cosa minaccia le api?

Il settore apistico è minacciato da diversi fattori avversi che vanno dai danni da pesticidi al cambiamento climatico capace di alterare fioriture e bottinature. A danneggiare particolarmente il settore, e le stesse api, vi è la Varroa destructor, un acaro parassita arrivato dall’Asia e diffusosi ampiamente nel territorio nazionale.

Cosa è la Varroa?

La Varroa induce problematiche di varia natura che sfociano nel generale indebolimento della famiglia e, se l’infestazione non viene controllata, nel suo collasso finale. Minaccia sia gli adulti, nutrendosi dell’emolinfa, che la covata, nella quale si annida nella cella opercolata trovando protezione rispetto ai trattamenti.

In quest’ottica, il controllo della Varroa ha dunque carattere strategico in quanto genera mortalità e morbilità delle api, oltre a trasmettere virosi letali ci sono una serie di soluzioni pratiche facilmente applicabili, caratterizzate dall’impiego di sostanze acaricide a basso impatto ambientale, che stanno trovando crescenti consensi e adesione pratica compatibili con la filosofia dell’apicoltura biologica la quale ammette i trattamenti con acidi organici (acido ossalico, acido formico, acido lattico e acido acetico) ed oli essenziali (timolo, eucaliptolo, canfora e mentolo).
Rimane l’obbligo di dichiarare i trattamenti prima della cessione del prodotto e annotare le connesse informazioni: quantità e periodo di somministrazione, alveari trattati, ecc.. al fine di tenere aggiornato il tracciamento di filiera ed il controllo per gli enti certificatori del biologico.
Si suggerisce di praticare un trattamento che abbatte la varroa alla fine del periodo estivo senza effettuare il blocco di covata.

Nel periodo invernale si interviene invece con un gocciolato di acido ossalico quando avviene il blocco naturale di covata.
Si tratta di una soluzione facilmente applicabile che mette a valore la produzione di miele in occasione delle principali fioriture prima e dopo l’estate.

Anche in questo caso la prevenzione è la migliore cura, con animali così delicati e sempre più vulnerabili è di vitale importanza anticipare il problema, piuttosto che cercare un modo in extremis per risolverlo.
Se avete bisogno di approfondire l’argomento o avete domande specifiche, lo sportello del biologico di Funky GAL 2 è a vostra disposizione.

Questo contenuto è stato realizzato all’interno del progetto Funky Gal 2 il primo sportello del biologico nell’ambito del FEARS programma di sviluppo rurale 2014-2020, operazione 3.2.01 – Informazione e promozione dei prodotti di qualità.

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