La nuova legge sull’agricoltura biologica

Il 2 marzo 2022 è stato approvato in via definitiva il disegno di legge S988 sull’agricoltura biologica. In questo approfondimento dello Sportello del Biologico, all’interno del progetto FunkyGal2, analizziamo alcuni dei contenuti di questo provvedimento tanto importante per il nostro settore.

 

Il 2 marzo 2022 è stata approvata in via definitiva in Senato la legge S988  recante disposizioni sulla produzione agricola, agroalimentare e derivante dall’acquacoltura effettuate seguendo il metodo biologico.

Il provvedimento si compone di 21 articoli e definisce il biologico come attività di interesse nazionale portatrice di valore economico, ambientale e sociale da salvaguardare e incrementare.

La legge disciplina i seguenti oggetti:

a) il sistema delle autorità nazionali e locali e degli organismi competenti;
b) i distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato, compresa l’aggregazione tra i produttori e gli altri soggetti della filiera;
c) le azioni per la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, compresa la semplificazione amministrativa, e i mezzi finanziari per il sostegno alla ricerca e alle iniziative per lo sviluppo della produzione biologica, la realizzazione di campagne di informazione e di comunicazione istituzionale, nonché la promozione dell’utilizzo di prodotti
ottenuti con il metodo biologico da parte degli enti pubblici e delle istituzioni;
d) l’uso di un marchio nazionale che contraddistingua i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate e allevate in Italia.

Tra le novità la costituzione di un Tavolo tecnico per la produzione biologica presso il MIPAAF con i compiti di: delineare indirizzi e priorità all’interno di un Piano d’Azione nazionale per il biologico; esprimere pareri sulla legislazione nazionale ed europea in ambito di agricoltura biologica; proporre attività di promozione del settore; individuare strategie per facilitare e promuovere la conversione di aziende convenzionali al biologico.

Il Piano d’Azione (normato all’articolo 7) vede tra le proprie priorità quella di favorire la conversione delle aziende convenzionali con particolare riguardo a quelle a basso reddito e sostenere l’insediamento di nuove imprese bio in particolare nelle aree interne. Inoltre assume un ruolo di monitoraggio del settore con semplificazione e miglioramento anche dei sistemi di certificazioni. Viene posta attenzione anche sulle forme di aggregazione con il sostegno ai distretti biologici (definitivi all’articolo 13).

Viene sancita la nascita di un marchio del biologico italiano per i prodotti coltivati o trasformati con materie prime biologiche prodotte in Italia e disciplinate le condizioni per il suo ottenimento. Il Piano prevederà anche strategie di sostegno e diffusione dei consumi biologici, attraverso campagne di sensibilizzazione e l’incentivazione del biologico all’interno delle mense pubbliche e private.

Interessante anche il riferimento alle sementi (art. 8) con la promozione della ricerca per il miglioramento genetico in modo partecipativo, tra organismi di ricerca e agricoltori, per favorire la disponibilità di sementi certificate e di qualità.

All’articolo 9 viene istituito il Fondo per lo sviluppo della produzione biologica con lo scopo di finanziare le iniziative previste all’interno del Piano d’azione. Il fondo viene alimentato attraverso un contributo del 2% imposto sul fatturato derivante dalla vendita di prodotti fitosanitari e fertilizzanti di sintesi.

Un capitolo importante è quello che riguarda i distretti biologici, disciplinati all’art. 13. Si tratta di una norma che ci riguarda profondamente e a cui viene data grande rilevanza all’interno della legge.

Si intendono distretti biologici – fermo restando quanto previsto dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, che annovera i distretti biologici e i biodistretti tra i distretti del cibo – anche i sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale, o interregionale, a spiccata vocazione agricola, nei quali siano significativi:

  • coltivazione, allevamento o trasformazione di prodotti di filiera biologica;
  •  produzione biologica ricadente su un territorio sovra comunale;
  • l’intergazione tra attività agricola biologica ed altre attività del territorio e per la presenza e la preservazione del valore paesaggistico ranche rappresentato da siti naturalistici protetti;
  • la limitazione dell’utilizzo dei prodotti di sintesi anche al di fuori del settore agricolo, per esempio attraverso regolamenti comunali riguardanti la manutenzione del verde pubblico e dei cigli stradali.

Possono partecipare al distretto enti locali in forma singola o associata ed enti di ricerca accomunati dalla difesa del suolo, della biodiversità e della qualità ambientale.

Lo scopo con cui i distretti devono essere creati riguarda la diffusione del metodo biologico sul territorio, attraverso il supporto e la semplificazione burocratica e tecnica per le aziende in conversione e per quelle che intendono acquisire il marchio di certificazione. E’ obiettivo del distretto anche promuovere le produzioni biologiche presso il consumatore e favorire l’interazione tra organismi di ricerca e agricoltura del territorio.

La legge tocca anche i temi della regolazione e del riconoscimento delle organizzazioni di produttori biologici da parte del MIPAAF e delle regioni e regolamenta le organizzazioni interprofessionali della filiera biologica.

Inoltre istituisce un tavolo di filiera per i prodotti biologici con il compito di promuovere l’organizzazione del mercato e la stipula di accordi di filiera.

Altro importante capitolo è quello dedicato alle sementi. L’art. 18 prevede norme per la commercializzazione di sementi e materiale di propagazione biologico, le fattispecie per i produttori di sementi e materiale di propagazione di varietà di conservazione.

Per consultare l’intero provvedimento si rimanda al testo approvato dalla Camera.targa informativa

https://enrd.ec.europa.eu/

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