Organizzazione della difesa delle colture
Ecco un nuovo contenuto realizzato da Funky GAL 2, il primo sportello del biologico, in collaborazione con a FIRAB. Il tema trattato in quest’articolo è l’organizzazione della difesa delle colture.
La difesa fitosanitaria è uno degli aspetti di principale preoccupazione per le aziende biologiche e, in particolare, per quelle in conversione. L’approccio agroecologico, lungi dall’essere di per sé risolutivo, offre diverse opzioni preventive e gestionali mirando a minimizzare l’impiego di prodotti fitosanitari (che in biologico hanno efficacia parziale) e a mitigare lo sviluppo delle malattie e l’attacco dei fitofagi con interventi di carattere preventivo.
Nell’impostare la difesa delle colture, le scelte agronomiche sono cardinali ai fini di garantire la massima sanità possibile delle colture e prevenire l’insorgenza di patologie o l’intensificarsi di organismi nocivi.
Nella scheda in allegato si riportano alcuni approcci suggeriti.
In Italia, peraltro, si attende da anni il “Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci”, dopo una bozza presentata a luglio del 2019 a cui, a detta delle associazioni su “altro” fronte della barricata (oltre a Firab, Aiab, Biodinamica, Federbio, Greenpeace, Legambiente, Lipu-BirdLife, Isde, Pro-Natura e Wwf Italia) è necessario apportare: “Modifiche sostanziali al testo proposto per il nuovo Pan sugli agrofarmaci cominciando dalla necessità di dare effettiva priorità all’agricoltura biologica e individuare obiettivi quantitativi più ambiziosi in termini di percentuali di riduzione di tutti i prodotti fitosanitari perché vi sia un reale effetto sulla salute e sull’ambiente, anche in base al principio di precauzione”.
Inoltre, c’è “l’assenza di un serio impegno per la riduzione dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura, nelle città e in aree frequentate da soggetti sensibili come i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani e per la tutela delle produzioni biologiche dalla contaminazione accidentale”. In sostanza, tra le altre cose, le associazioni chiedono di “ridurre i rischi per i residenti nelle aree rurali fissando distanze minime di sicurezza realmente cautelative e non derogabili dalle abitazioni; deve essere mantenuta una distanza di almeno 15 metri dalle coltivazioni biologiche per difenderle dal rischio di una possibile contaminazione accidentale; nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette deve essere vietato l’utilizzo di agrofarmaci pericolosi per gli habitat e le specie selvatiche”; si dovrebbe “vietare l’uso degli agrofarmaci in città adottando tecniche biologiche per la manutenzione delle aree non agricole, rete viaria e ferroviaria, con particolare attenzione al verde pubblico e privato e manutenzione degli spazi utilizzati dalla popolazione residente”. E poi, oltre al rafforzamento dei sistemi di monitoraggio e controllo, bisognerebbe “prevedere il divieto totale del glifosate in Italia entro il 2022, escludendo qualsiasi ipotesi di rinnovo dell’autorizzazione concessa per cinque anni dall’Ue”.
Lo sportello del biologico di Funky GAL 2 è a vostra disposizione per approfondimenti e per rispondere alle vostre domande.