Il settore agricolo nel territorio del Gal
Un nuovo contributo allo Sportello del Biologico promosso dal Bio-distretto dell’agricoltura sociale di Bergamo nell’ambito del progetto Funky Gal 2.
Oggi ci atteniamo maggiormente all’ambito territoriale locale e ci concentreremo su una piccola analisi del settore agricolo all’interno dei comuni parte del Gal dei Colli e del Canto Alto, un’area parzialmente condivisa anche con il Biodistretto.
Il Gal dei Colli e del Canto Alto comprende sette comuni della provincia di Bergamo: Almè, Ranica, Paladina, Ponte Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Villa D’Almè.
Si tratta per la quasi totalità di comuni appartenenti alla fascia collinare, caratterizzati da una forte urbanizzazione, un’elevata densità abitativa e al contempo alcune prominenze delle colline adiacenti che ancora conservano lembi di naturalità, rifugio per una residua ed importante biodiversità animale e vegetale.
Il settore agricolo, in questi comuni, ha un peso relativamente contenuto, considerata la forte presenza di attività afferenti a innumerevoli altri settori. Basti pensare che nel 2020 su 2900 imprese registrate alla camera di commercio soltanto 114 erano imprese agricole, il 3,9%. Il dato è leggermente inferiore a quello su base provinciale, dove si attesta al 4,6%. Ancor di più paragonato al valore regionale.Iinfatti, le aziende agricole in Lombardia pesano per circa il 5% su quelle totali.
Inoltre va anche evidenziato il negativo andamento che le imprese attive in agricoltura hanno seguito nell’ultimo decennio in questo territorio, rispecchiando una tendenza alla diminuzione che è ormai tipica del settore da molte decadi in tutto il Paese. Tra 2010 e 2020, nei comuni del Gal, si è così passati da 136 a 114 imprese agricole nel territorio dei sette comuni, con una riduzione del 16,2%. Le imprese di tutti i settori nello stesso periodo hanno registrato un dato negativo del 6,7%.
Questi dati confermano una caratterizzazione territoriale piuttosto lontana dall’economia agricola e una provincia, quella di Bergamo, che si distingue soprattutto per una grande concentrazione sia abitativa che di attività manifatturiere e commerciali, con le relative conseguenze sulla disponibilità di terreni per l’agricoltura.
Tuttavia, proprio la fascia di alta pianura della provincia di Bergamo si caratterizza per un settore primario fortemente innovativo e intensivo, sia in termini colturali che di impiego di capitali.
Un settore in particolare, ha avuto uno sviluppo molto significativo negli ultimi 20 anni: l’orticoltura in ambiente protetto. In questo senso il territorio bergamasco si è caratterizzato come un vero e proprio distretto, capace di unire le competenze agronomiche con quelle tecnologiche e di sfruttare al meglio la posizione strategica di quest’area.
Se da un lato la densità abitativa e commerciale e lo sviluppo sempre maggiore di reti infrastrutturali e poli logistici hanno eroso la disponibilità di terreni, dall’altro questi elementi costituiscono anche un’opportunità per accedere velocemente ai mercati e ai circuiti commerciali regionali e nazionali.
Inoltre, l’elevata ricchezza del territorio e lo spiccato spirito imprenditoriale anche di molti giovani che si stanno cimentando in questo settore (vedi articolo precedente) hanno reso possibile lo sviluppo di aziende votate al mercato di prossimità. A differenza delle precedenti queste non guardano alla Grande Distribuzione Organizzata o ai mercati regionali, ma coltivano il rapporto con il proprio ambito locale, con una clientela di fiducia e in un’ottica spesso di sostenibilità ambientale che si manifesta sia nei metodi produttivi che nella filiera corta delle proprie produzioni.
Aziende spesso anche multifunzionali che integrano il reddito derivante dalla produzione con la vendita diretta e la trasformazione dei propri prodotti.
In generale, dunque, emerge la fotografia di un settore numericamente in ripiego, secondo una tendenza che è provinciale e regionale, ma con ambiti di sviluppo interessanti, sia sul lato della massima intensità di capitali e tecnologie sia su quello delle aziende di piccole dimensioni votate al mercato locale.