Le aziende agricole biologiche nel territorio del GAL

Eccoci ad un nuovo contributo all’interno dello Sportello del Biologico del Biodistretto promosso nel contesto del progetto Funky Gal 2. In questo articolo proseguiamo l’analisi del settore agricolo nel territorio del Gal dei Colli di Bergamo e del Canto Alto già iniziata nel precedente approfondimento. Questa volta porremo la nostra attenzione sul comparto del biologico.

Il territorio del Gal dei Colli di Bergamo e del Canto Alto si compone di sette comuni: Almè, Ranica, Paladina, Ponte Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Villa D’Almè. Tutti fanno parte della fascia collinare e dell’alta pianura della provincia di Bergamo. Questo territorio si caratterizza per essere una parte integrante di quel macro sistema urbano che abbraccia buona parte dell’alta pianura padana, dal novarese fino al bresciano. Un’area di elevatissima urbanizzazione e densità abitativa a cui si unisce una forte infrastrutturazione e una elevata presenza di attività artigianali ed industriali.

Come visto nel precedente articolo, su un totale di 2.900 imprese registrate in Camera di Commercio, soltanto 114 ricadono nella categoria agricola. Un dato corrispondente al 3,9%, inferiore sia all’incidenza registrata  su base provinciale (4,6%) così come anche su base regionale (5%).

In questo panorama le aziende biologiche registrate nell’elenco regionale degli operatori biologici della Lombardia, sono 11, circa il 10% del totale.

Non è poco, se si considera che nella provincia di Bergamo questa percentuale scende al 4,2% con 206 aziende biologiche su 4880 totali.

In qualche modo, quindi, si può affermare che questo contesto territoriale ha offerto l’opportunità di sviluppo al comparto del bio in modo più efficace di altre collocazioni geografiche della stessa provincia. In parte questo può essere ricondotto alla scarsa disponibilità di terreni, che portano le piccole aziende a cercare produzioni a più alto valore aggiunto. In aggiunta, l’elevata densità abitativa e il ragguardevole livello di reddito favoriscono  le attività di vendita diretta e i prodotti orticoli e frutticoli a filiera corta, che incontrano una domanda sempre più attenta alla qualità del cibo.

Per avere un’idea più approfondita di questo comparto, è interessante osservare in che tipo di produzioni sono attive queste aziende biologiche.

Due delle undici sono preparatori esclusivi nel campo delle carni e dei salumi. Si tratta, cioè, di trasformatori puri.

Altre due sono aziende vitivinicole con i centri aziendali nei comuni del Gal e i campi dislocati sia all’interno dell’area di studio sia sulle pedici collinari adiacenti, più favorevoli per la coltivazione della vite.

Un’azienda si occupa di allevamento, produzione e vendita diretta di formaggi. Tutte le rimanenti, di cui due cooperative sociali e quattro imprese agricole, si dedicano alle produzioni orticole e frutticole. Tra queste ultime una risulta specializzata nella produzione di piccoli frutti.

Ne emerge un panorama rappresentativo di questa porzione della provincia di Bergamo, a cavallo tra pianura e collina. A prevalere sono le coltivazioni orticole, traendo linfa da una tradizione che ha reso ormai da alcuni decenni la provincia di Bergamo un polo produttivo di livello nazionale.

Anche le aziende orticole biologiche producono in ambiente protetto e in qualche modo fruiscono delle competenze ormai maturate in questo campo. Tuttavia la loro impostazione differisce profondamente da quelle industriali della provincia. Il mercato di riferimento è quello di prossimità, raggiunto sia attraverso i mercati che la vendita diretta. La multifunzionalità aziendale è un elemento centrale nella sostenibilità economica dell’impresa ed anche uno strumento per creare legami solidi con la propria clientela e con il territorio. La ricerca del prodotto di qualità è fondamentale in questa logica e il valore ambientale contenuto nell’approccio biologico diventa un elemento cardine di questo approccio.

Ed anche quello sociale con le cooperative, socie del Biodistretto, che da molti anni hanno congiunto il tema della sostenibilità ambientale, sviluppato attraverso l’approccio biologico, con quello della sostenibilità sociale, intravvedendo nell’attività agricola un insostituibile strumento di integrazione e riscatto sociale.

 

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